Il monopattino elettrico è uno dei mezzi più utilizzati per la mobilità urbana, subito dopo la bicicletta. Tuttavia se pensi che girare in monopattino sia qualcosa di nuovo, devi ricrederti perché il secolo scorso ci fu il boom dei monopattini a motore, meglio noti come Autoped. In questo articolo puoi scoprire la sua affascinante storia, similitudini e differenze con i monopattini di oggi.
Nell'articolo:
L’invenzione del monopattino
Fino a a circa un decennio fa, parole come monopattini elettrici, biciclette elettriche, ride sharing e micromobilità non esistevano nemmeno nel nostro vocabolario. La cosa interessante è che la “guerra” della mobilità urbana, con monopattini a ingombrare i marciapiedi e sfrecciare velocissimi vicino a pedoni e automobili non è nulla di nuovo. Le biciclette e gli scooter a motore infatti esistono almeno da quando esiste l’automobile.
Il concetto di monopattino risale infatti al 1817 e al barone tedesco Karl von Drais de Sauerbrun, che presentò il primo veicolo a due ruote a propulsione umana. Da lì il concetto di veicolo mosso dalle persone si trasformò rapidamente in bicicletta, triciclo e monopattino.
Dopo qualche decennio, questi mezzi di trasporto iniziarono a venire motorizzati. Il primo monopattino motorizzato per adulti, l’Autoped, fu sviluppato nel 1913 e brevettato nel 1916 dall’inventore Arthur Hugo Cecil Gibson, ma già nel 1895 Ogden Bolton Jr. ottenne un brevetto statunitense per la sua bicicletta a batteria.
Anche se nel secolo scorso furono prodotti diversi veicoli simili a monopattini e biciclette, il vero antenato dei moderni monopattini elettrici è considerato l’Autoped, insieme al suo predecessore di prima generazione, il Motoped.

Il boom dei monopattini pieghevoli nel secolo scorso
Costruito dal 1915 al 1922, l’Autoped prometteva di rivoluzionare i brevi spostamenti per pendolari, medici, studenti, commercianti, postini, ecc. Compreso “chiunque altro voglia risparmiare denaro, tempo ed energia negli spostamenti”.
Il monopattino puntava a diventare un veicolo a motore per tutti e nelle pubblicità si promuoveva per “un prezzo così basso che quasi tutti possono permetterselo”. In realtà non era esattamente così perché l’Autoped rimaneva un prodotto costoso nonostante fosse davvero ben progettato per il suo scopo. A parte per il peso perché con i suoi 45 chili non era facilmente trasportabile, anche se pieghevole.
Tuttavia, come è avvenuto oggi con i monopattini elettrici, anche i monopattini a motore del secolo scorso superarono le aspettative iniziali e riuscirono a raggiungere un’ampia gamma di utenti. Nonostante la sua caratterizzazione come giocattolo per ricchi, l’Autoped fu guidato da fattorini, impiegati postali e vigili urbani di New York e immortalato in diverse fotografie dell’epoca.

L’Autoped simbolo dell’emancipazione femminile
L’Autoped arrivò anche in un momento di significative riforme politiche e di crescente mobilità, in senso letterale e figurato, per le donne. Il monopattino diventò quindi uno dei simboli dell’emancipazione femminile. Il monopattino a motore infatti non era soltanto un giocattolo per ricchi. Proprio come la bicicletta prima di lui, aveva promosso un livello allora sconosciuto.
Il messaggio, che pare sia stato pubblicato per la prima volta sulla rivista umoristica britannica Puck, era “Attenti alla ragazza in Autoped”. Il monopattino infatti divenne in breve tempo il mezzo preferito di suffraggette, ma anche di donne famose e socialite note per essere particolarmente indipendenti.
La suffragetta e socialite Florence Priscilla venne infatti più volte fotografata sul suo Autoped. Così come Lady Florence Norman, che si recava al lavoro nel centro di Londra con il suo monopattino. Un’altra donna famosa ad aver apprezzato il monopattino a motore è stata l’aviatrice Amelia Earhart, apparsa in diverse fotografie con l’Autoped in giro per la California.

L’Autoped per le aziende
Anche diverse aziende hanno provato l’Autoped. L’esempio più famoso è quello del Servizio Postale di New York, che utilizzava i monopattini a motore per consegnare la posta. Per la frustrazione della polizia, i delinquenti videro negli Autoped l’opportunità di utilizzarli come veicoli per la fuga e per creare scompiglio nei quartieri di Brooklyn, Queens e Manhattan.
Per quanto riguarda l’industria turistica, gli Autoped furono utilizzati a scopo ricreativo, proprio come avviene oggi per i Segway. Le attività balneari californiane nel 1917 avevano infatti subito colto l’occasione di acquistare dei monopattini a motore per poterli affittare ai turisti.

Il declino degli Autoped
Purtroppo, proprio come sta avvenendo oggi con i monopattini elettrici, alcune aziende che si occupano del loro noleggio e manutenzione faticano a recuperare i costi. Probabilmente l’Autoped non fu un successo commerciale perché era più costoso di una bicicletta, ma non offriva lo stesso comfort di seduta.
Inoltre l’analogia con i monopattini elettrici di oggi prosegue anche per le polemiche sul traffico. L’Autoped nacque in un’epoca in cui le norme di sicurezza per la circolazione dei veicoli a motore erano quasi inesistenti.
Il Connecticut creò la prima legge statale per regolare il traffico dei veicoli a motore solo nel 1901, mentre New York introdusse le leggi sulla guida in stato di ebbrezza circa un decennio dopo. I semafori vennero introdotti solo 15 anni dopo l’uscita dell’Autoped.

L’avvento dei monopattini di oggi ricorda un po’ il primo boom dei monopattini a motore. Le nuove startup promuovono il ride sharing seguendo lo stesso schema delle prime automobili: metterli in strada e capire come regolarli in seguito. Il futuro ci dirà come se la caveranno questi veicoli se e quando i legislatori decideranno di intervenire per regolare il traffico dei monopattini.